Ambizione, ottimismo e condivisione. Il mondo della Ricerca in Italia si può e si deve migliorare. Ecco la nostra idea per farlo.
L’obiettivo di “potenziare” qualcosa, qualunque cosa, potrebbe considerarsi molto ambizioso per una startup. Figurarsi se l’oggetto di questo “potenziamento” è la Ricerca Scientifica: un settore consolidato, complesso, ad alta competitività e soprattutto ad alta necessità di risorse (umane, tecniche, economiche). Un settore che in Italia vive una crisi aperta, da molti anni.
Ed è vero: la “Mission” con la quale abbiamo creato BigLab è certamente ambiziosa. Ma è anche concretamente alla portata e più che mai necessaria. Perché la Ricerca italiana ha bisogno di un… chiamiamolo pure “miglioramento”. Un salto in avanti. Uno slancio di ottimismo e rinnovamento.
Non possiamo, infatti, pensare ad un Paese che si rassegni a subire il drammatico fenomeno della “fuga dei cervelli”: una costante emorragia di personale qualificato, spesso dotato di notevoli qualità che lo fanno apprezzare appena varcate le frontiere nazionali (verso lidi più ricettivi e premianti per molte figure ad elevata professionalità).
Specialmente, non possiamo continuare a formare questi “cervelli”, con grande dispendio economico per il nostro Paese (il cui sistema universitario, pur essendo tutt’altro che perfetto, ha il pregio di costare relativamente poco agli studenti e dunque molto alle casse dello Stato) per poi “regalarli” ad altri Paesi, che sono lietissimi di accogliere professionisti formati a costo zero e raccogliere poi i frutti del loro lavoro.
Come fa una giovane startup con sede a Fano, piccola e orgogliosa città nel cuore delle Marche, a dare un contributo positivo a questa annosa e complicata situazione? Con la forza dell’entusiasmo e un’idea innovativa: noi di BigLab vogliamo “potenziare” la Ricerca italiana trasformandola in una rete di collaborazione e condivisione.
Nasciamo per far sì che chi ha una grande idea e un grande progetto, ma non un grande laboratorio, non debba sentirsi ridimensionato dalla carenza di mezzi ma possa continuare a pensare “in grande”. Vogliamo aiutarlo, con una semplice ricerca sui nostri database, a trovare tutta la strumentazione di cui ha bisogno, contattare l’Università o l’azienda che la ospita e collaborare con esse per continuare il proprio lavoro. E in caso gli strumenti necessitino di conoscenze specifiche che il nostro Biglabber ancora non possiede, vogliamo che siano gli stessi ricercatori dell’Università o azienda che ha in sede il macchinario a trasmettergliele, affiancandolo e formandolo.
Il mondo della Ricerca che vediamo per l’Italia del 2040 è un mondo più grande, fatto di collaborazioni e progetti comuni, strumentazioni utilizzate al 100% e dunque più facili da ammortizzare per chi ha sostenuto la spesa necessaria a comprarle. Quindi anche un mondo in cui un’Università o un’azienda che vogliono acquistare o rinnovare un macchinario, ma sono spaventate dagli alti costi e da questioni di budget, possano investire con ottimismo e con la certezza che, comunque sia, le nuove attrezzature non resteranno mai inutilizzate e non si trasformeranno mai in uno spreco.
Sarà il tempo a dire se il nostro contributo a tale cambiamento (che, ripetiamo, è necessario) sarà piccolo o grande. Intanto, vogliamo darlo. Questa è la nostra Mission.
da: BigLab
